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Diplomazia economica

Nel 2021 l’Italia è tornata ad occupare – dopo 10 anni, il primo posto quale partner commerciale della Croazia, posizione che mantiene tuttora.

Nei primi sette mesi del 2023, l’interscambio bilaterale si è attestato a 5,1 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 con una quota pari al 13,8% del valore totale degli scambi commerciali della Croazia con il mondo. L’Italia risulta essere il primo Paese fornitore della Croazia per un valore di 3,4 miliardi di euro (con un incremento del 6,96%) ed una quota del 14,8% del valore totale dell’import del Paese e il 2° mercato di destinazione dell’export croato dopo la Germania per un valore di 1,6 miliardi di euro (con un aumento del 5%) e una quota del 12,2% del valore totale delle esportazioni croate.

I principali prodotti oggetto dell’interscambio bilaterale nel 2022 sono stati: petrolio e derivati, abbigliamento, acciaio e ferro, macchinari e apparecchi elettrici nonché macchinari industriali per utilizzo generico. I prodotti italiani sono molto conosciuti ed apprezzati dal mercato croato. L’Italia si conferma al quinto posto nella classifica dei principali investitori, alle spalle di Paesi Bassi, Austria, Germania e Lussemburgo, con la quota degli investimenti diretti esteri pari a 4,1 miliardi di euro nel periodo di riferimento 1993-secondo trimestre 2023.

In generale, il settore dell’intermediazione finanziaria (settore bancario e assicurativo) è stato sinora il più attraente per gli investitori italiani. Gli investimenti produttivi italiani più importanti in Croazia sono stati rivolti verso il settore energetico, il tessile, il legno-arredo, le macchine per l’agricoltura, l’industria meccanica, metallurgica ed elettronica.

Lo stato di eccellenza dei rapporti economici bilaterali è stato favorito negli anni dalla conclusione di una serie di accordi bilaterali tra Italia e Croazia, tra i quali, tuttora in vigore, la Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali con Protocollo Aggiuntivo (1999) e il Memorandum di Cooperazione bilaterale (2009).

 

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